Il sistema danese di welfare per gli anziani non autosufficienti è considerato tra i più avanzati e generosi d’Europa, caratterizzato da un forte orientamento alla domiciliarità, all’autonomia e alla personalizzazione dei servizi.
Principi chiave del sistema danese
· L’assistenza agli anziani è garantita a tutti i cittadini, indipendentemente da reddito, età, salute o situazione abitativa. Non ci sono soglie minime di dipendenza per accedere ai servizi, né la presenza di familiari conviventi limita la possibilità di riceverli[1].
· L’obiettivo principale è permettere agli anziani di vivere il più a lungo possibile nella propria casa, sostenendo la loro autonomia e qualità della vita[1][2].
Struttura e servizi offerti
Il sistema di Long Term Care (LTC) danese si articola in cinque aree principali[1]:
· Interventi preventivi (come visite annuali a partire dai 75 anni)
· Riabilitazione di comunità e programmi di reablement (per recuperare autonomia dopo malattia o ricovero)
· Aiuto domiciliare (cure personali, aiuto domestico, pasti e consegne a domicilio)
· Case e servizi residenziali per anziani (nursing home e soluzioni abitative protette)
· Altre misure di supporto (assistenza personale, sussidi economici, adattamento dell’abitazione, tecnologie di assistenza)
Assistenza domiciliare
· I servizi domiciliari raggiungono oltre il 30% degli over 65 e il 20% degli over 75 riceve almeno una visita preventiva all’anno[1][2][3].
· L’assistenza comprende cure personali (igiene, mobilità, alimentazione), aiuto domestico (pulizie, spesa, lavanderia), pasti a domicilio e servizi sanitari integrati (infermieristica, riabilitazione)[1][3].
· Gli utenti possono scegliere tra almeno due fornitori di servizi (pubblico o privato), con possibilità di rimborso se il Comune non può erogare direttamente il servizio[1].
Sostegno economico e tecnico
· Sono previsti sussidi per chi ha redditi bassi o deve sostenere spese elevate (affitto, farmaci, trasporti, adattamento della casa)[1].
· Vengono finanziati anche interventi per l’adattamento dell’abitazione (ascensori, sollevatori, sistemi di allarme) e l’uso di tecnologie assistive[1].
Supporto ai caregiver familiari
· Il lavoro di cura da parte dei familiari non è considerato un obbligo, ma una scelta; il sistema offre formazione, gruppi di auto-mutuo aiuto e interventi di sollievo (ad esempio, accoglienza temporanea in struttura dopo una dimissione ospedaliera)[1].
· È possibile che un familiare venga assunto dal Comune come caregiver per un massimo di sei mesi, con un vero e proprio contratto e retribuzione, se approvato dalla municipalità[1].
Strutture residenziali
· Quando la permanenza a domicilio non è più possibile, esiste un’ampia gamma di soluzioni abitative protette e nursing home, spesso organizzate come mini-appartamenti collegati ai servizi del territorio[4][3].
· Le strutture sono pensate per garantire la massima personalizzazione e partecipazione dell’anziano nella scelta e nella gestione dei servizi[3].
Governance e finanziamento
· Il sistema è fortemente decentralizzato: le 98 municipalità danesi gestiscono l’organizzazione e l’erogazione dei servizi, adattandoli alle esigenze locali e dei singoli individui[1].
· La spesa per il LTC in Danimarca è tra le più alte d’Europa, pari al 2,5% del PIL, e la quota destinata ai servizi domiciliari supera quella per i ricoveri[1][5].
2. https://www.vivaglianziani.it/2014/01/25/uno-sguardo-in-europa-danimarca-e-long-term-care/
3. https://www.youtube.com/watch?v=hPDihI2qiH8
5. http://www.centrostudi.50epiu.it/Schede/il_welfare_degli_altri_i_servizi___per_anziani_in_danimarca